di Francisu Sedda
Segretario Nazionale Partito dei Sardi
Il patto siglato fra la Sardegna e la Corsica ha suscitato interesse e entusiasmo. A dimostrazione che quando ci si muove da Stato, quando ci si dà valore, i sardi ritrovano la voglia di identificarsi nelle proprie istituzioni.
La cosa interessante è che di quel patto – di quel passaggio al contrattacco congiunto di Sardegna e Corsica – è circolata principalmente l’aspetto degli intenti e meno quello degli atti da portare avanti.
Ne voglio sottolineare uno che è anche il frutto del nostro contributo, come Partito dei Sardi, al lavoro del Governo sardo.
Si tratta del passaggio in cui i Governi di Sardegna e Corsiva si impegnano a
«promuovere presso i rispettivi Governi la ratifica della Charte européenne des langues régionales et minoritaires, promulgata nel 1992, in particolare impegnandosi fin d’ora a mettere in pratica le disposizioni di cui all’art. 14, laddove recita che le parti s’impegnano “a facilitare e/o a promuovere la cooperazione transfrontaliera, in particolare fra collettività regionali o locali, sul cui territorio è usata la stessa lingua in modo identico o simile”».
Questo significa sommare forze su un tema come quello della ratifica della Carta Europea delle Lingue Regionali e Minoritarie su cui Stati come l’Italia e la Francia hanno fatto orecchie da mercante, ignorando mozioni parlamentari e ammonimenti europei.
Significa, anche, evidentemente, prepararsi a presentarsi davanti all’Europa per sollecitare un riconoscimento che non è puramente geografico ma pienamente culturale. E che non può che riverberarsi sull
Insomma, se l’Italia e la Francia non ci sentono (o fanno finta di non sentirci) uniamo le voci e le forze perché ascoltino la Sardegna e la Corsica in quanto popoli e nazioni d’Europa che con i mezzi democratici pretendono i loro spazi di riconoscimento, dignità e sovranità culturale.
Siccome però non ci piace aspettare gli altri ma crediamo sul serio nell’autodeterminazione, nella cooperazione fra i popoli, nel rispetto della nostra stessa pluralità culturale come si sarà notato il testo fa riferimento a progetti immediatamente avviabili per valorizzare le varietà linguistiche sardo-corse, vale a dire appunto il corso e il gallurese in primo luogo.
Non solo, sempre con questo atteggiamento affermativo, che non aspetta ma agisce attraverso la cooperazione, ecco che l’allegato alla dichiarazione d’intenti stabilisce che fra Sardegna e Corsiva bisogna immediatamente
«avviare un confronto delle competenze in materia di istruzione, apprendimento delle lingue e approccio al bilinguismo e l’insegnamento della lingua corsa e sarda».
Il che a dire che i Presidenti Pigliaru e Simeoni sanno che si può e si deve crescere aiutandosi a focalizzare le buone pratiche che ciascuno è riuscito a mettere in campo, ad esempio in tema linguistico.
Non sfugge a nessuno infatti che il lavoro fatto dai corsi in materia di valorizzazione della lingua corsa può darci molti spunti e insegnamenti per rafforzare la lingua sarda.
Dunque, avanziamo insieme, cresciamo insieme, ci facciamo forti insieme. Con l’obbiettivo di affermare la dignità delle nostre culture e l’emancipazione dei nostri popoli.
A innantis!