Elezioni: comunicato di Nazione Sarda – Giustizia e libertà

La Nazione Sarda non è rappresentata in questa competizione elettorale.
Non lo è praticamente, perché la legge elettorale non lo consente, non lo è politicamente perché nessuna proposta politica sottoposta all’attenzione degli elettori annovera un’idea complessiva sulla Sardegna, sui diritti dei Sardi e sui loro interessi legittimi. Una crisi così profonda, fino all’assenza, dei temi dell’autonomismo e dell’indipendentismo democratico dal dibattito politico-elettorale, non è mai stata registrata nella storia sarda.

Essa nasce da due fattori: la recente rottura tra i partiti indipendentisti e la Sinistra Sarda, registrata alle elezioni regionali 2019 e la mitridatizzazione del Partito Sardo d’Azione, cioè la sua progressiva assuefazione al veleno leghista, fino alla partecipazione dei suoi dirigenti alle riunioni e alle manifestazioni del Partito del Nord.

La scelta dei partiti della sinistra sarda di rompere con il mondo sardista nelle ultime elezioni regionali ha radici lontane e affonda le sue origini nell’antico timore della sinistra marxista e del pensiero cattolico-liberale verso la forza del sardismo. Entrambe le posizioni, egemoni nella Prima Repubblica, riconobbero nella cultura sardista una proposta forte e suggestiva, in grado di intaccare le ambizioni di egemonia culturale che entrambe coltivavano. L’idea di liquidarla per liberarsene è ciò che ha guidato anche le scelte infauste del 2019. Il risultato è stato che il Centrosinistra sardo ha perso le elezioni e che le mille articolazioni del sardismo, pur essendo una nebulosa anche contraddittoria al suo interno, continuano a esercitare la funzione di richiamo che nessun altro ideale oggi sembra possedere nell’Isola.
Noi abbiamo promosso, insieme ai Progressisti, la riunione delle opposizioni alla Giunta Solinas del 7 luglio 2022 proprio nell’intento di riaprire la discussione, di porre di nuovo il tema della Nazione Sarda e della Questione sarda, che è questione di libertà prima che di ricchezza, al centro della possibilità di recupero di una nuova stagione di dialogo tra le sinistre della Sardegna e il mondo sardista inteso complessivamente,  nelle sue gradazioni e articolazioni democratiche.
Questo dialogo per noi è più prezioso delle elezioni del Parlamento italiano ed è investendo sulla fiducia verso le forze di opposizione (e non sulla loro proposta, che ancora deve essere costruita a partire da una visione globale della Sardegna) che piuttosto che suggerire l’astensione, o peggio, il non andare a votare, consideriamo l’intero ventaglio delle proposte contrapposte alla Destra italiana quello nel quale suggerire un’opzione di voto, con l’intento più di concorrere a costruire la coalizione vincente alle prossime elezioni regionali e di resistere ad avventure costituzionali di esito molto incerto che di promuovere una proposta politica interamente soddisfacente.

Il ruolo del Psd’az come detonatore della consumazione degli spazi di libertà dei sardi, anche di quei pochi conquistati dalla stagione autonomistica, è stato determinante nell’impoverimento del dibattito politico sardo e in quello elettorale nel particolare.
L’addebito più giusto e grave del tradimento ideologico e culturale del Psd’az è quello di aver teorizzato e praticato, nel rapporto subalterno con la Lega, una politica della dipendenza, una prassi della subordinazione coloniale remunerata con i ruoli e con i redditi da attività politica dispensati ai fedeli piuttosto che ai capaci.
Ciò che si vede in Sardegna nella Sanità e nei Trasporti, per esempio, è esattamente l’esito dell’assuefazione alla mediocrità esaltata, all’incapacità premiata, al parassitismo politico frainteso come intelligenza e furbizia politica. Sono questi i frutti inevitabili dell’ideologia della dipendenza.
Il problema è reagire a questo avvelenamento non dichiarato, ma quotidianamente praticato. Bisogna demitridatizzare la Sardegna. Ogni sardo dotato di discernimento cerchi la strada più efficace per concorrere a questo risultato; ogni rivolta legale che abbia questo scopo è pienamente legittima e auspicabile.

NAZIONE SARDA-Giustizia e Libertà
Paolo Mureddu – Paolo Maninchedda

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