1. Ogni persona è portatrice di una individualità e di una complessità irriducibile. La singolarità di ciascuno non si può esaurire né nei rigidi confini di una struttura amministrativa né attraverso il riferimento a un’unica forma dell’appartenenza collettiva. Per questo, un indipendentismo che ambisca a costruire una repubblica giusta e dignitosa, compatibile con la dignità umana, deve partire dall’esaltazione di questa complessità, dall’accoglienza della pluralità, dalla sfida a metterla a frutto attraverso la conoscenza e la cooperazione e portarla a sintesi senza imbrigliarla, ridurla, mortificarla. La costruzione di una Repubblica di Sardegna non può che partire dal rifiuto di ogni totalitarismo ideologico, di qualunque integralismo religioso, di qualsivoglia fondamentalismo etnico, di ogni genere di assolutismo, sia esso quello del mercato o dello Stato, italiano o sardo che sia. Le istituzioni della Sardegna devono essere al servizio della persona e della sua libertà. L’attuale dominio delle strutture sui cittadini e delle procedure sulle attività è un freno alla libertà dei singoli e allo sviluppo della Nazione.
2. L’uomo dunque viene prima dello Stato, è dotato di un potere originario e di una libertà naturale di comprensione della realtà, di distinzione dei suoi aspetti positivi e negativi, di associazione e solidarietà con i propri simili, di cura della natura e di capacità di intervento per modificare l’ambiente che lo circonda, rispettandone i suoi aspetti migliori e garantendo alle generazioni future l’utilizzo delle sue risorse.
3. Il sistema dei rapporti sociali è regolato dall’equilibrio tra i diritti, i doveri e le responsabilità di ciascuno.
4. Lo Stato è al servizio del pieno sviluppo della personalità, dei talenti, delle abilità di ciascuno. Pertanto uno Stato fondato su un umanesimo integrale deve garantire la libertà di coscienza, di religione, di educazione, di associazione, di parola e di comunicazione. Inoltre, lo Stato deve tutelare:
– il diritto alla proprietà e all’iniziativa privata, alla scelta del proprio lavoro, al godimento dei benefici che ne derivano, alla libera scelta dei prodotti da produrre e consumare;
– il diritto alla protezione rispetto alle malattie, alle invalidità, alle incapacità derivanti da impedimenti naturali, alla vecchiaia;
– il diritto a vivere e coordinarsi attraverso leggi chiare e non contraddittorie, garantite da strutture amministrative leggere e non oppressive, veramente al servizio del cittadino.
5. I monopoli, gli oligopoli e qualsiasi posizione dominante di interessi particolari nelle istituzioni e nei mercati, violano le libertà individuali e impediscono lo sviluppo equilibrato delle nazioni.
6. Una nazione è una comunità che ha coscienza dei suoi vincoli civili, morali e culturali, e che decide di dare assetto istituzionale e identità politica a questa coscienza.
7. Possedere un’identità personale significa possedere un’ordinata visione e organizzazione di sé; possedere un’identità di popolo significa avere un’ordinata visione e organizzazione del proprio futuro, del proprio dovere, della propria responsabilità, del proprio sviluppo e della propria felicità. L’identità non è data né dalla storia né dalle tradizioni, ma dal disegno e dal patto politico e civile in grado di dare un senso al passato, al presente e al futuro. L’identità non è un fatto naturale, ma il risultato sempre contingente di un lavoro sociale di identificazione, di autoriconoscimento condiviso, vale a dire dunque di una volontà collettiva culturalmente organizzata e ordinata. Per cui, l’identità non è da dimostrare ma da elaborare, da volere, da sentire, da praticare.
8. La Nazione Sarda è fondata sulla volontà dei sardi di essere liberi, solidali e organizzati in uno Stato giusto.
9. La sovranità della Nazione Sarda, essendo fondata sul consenso dei sardi, è originaria e non delegata dallo Stato italiano. Essa richiede di essere interpretata come tale anche nel contesto di poteri limitati, come quelli che caratterizzano la Regione Autonoma della Sardegna, e di sovranità negata, come sancito dalla Costituzione italiana. L’assetto attuale dello Stato italiano in cui la Sardegna è collocata è anacronistico e inadeguato rispetto alle ambizioni civili e di sviluppo dei sardi. La prospettiva politica e istituzionale coerente con la coscienza nazionale dei sardi è il federalismo democratico e solidaristico europeo. Vale a dire la prospettiva di uno Stato sardo dentro l’Unione Europea o, ancor meglio, dentro i futuri Stati Uniti d’Europa.
10. Oggi più che mai l’essere sardi rappresenta dunque un momento di apertura al mondo e l’occasione per far esplodere creativamente tutte quelle potenzialità covate dentro ogni sardo e necessarie alla valorizzazione delle relazioni sociali. Essere sardi sarà il nostro modo di prenderci cura e dar forma alla pluralità che noi stessi siamo. Il nostro modo di essere veramente donne e uomini, situandoci dentro quel campo plurale di relazioni che è l’umanità.