
Forse bisogna rifare Abbasanta, aprirla a tutti quelli che in questi giorni ci invitano a non mollare, farla insieme ad altri che lo vogliano fare, trasformarla in una sala della Pallacorda. È infatti chiaro che si fa finta di ignorare (o addirittura si ignora) il suo contenuto politico, la nazione sarda, e invece si enfatizza il metodo, cioè le primarie.
Non lo permetteremo.
La nazione sarda è per noi il paradigma di un modo di vedere il mondo: più umano, più libero, più responsabile, più giusto.
Mi spiego. La nazione sarda è immagine e contenuto di un nuovo ordine delle cose.
Il contenuto di Abbasanta non è banalmente un programma di governo, che pure c’è, ma dopo; è un processo legale di rivoluzione profonda dei poteri, dei diritti, delle possibilità.
È l’idea della nazione sarda (cioè dell’esistenza di una distinta e distinguibile comunità di valori e di interessi che vuole i poteri necessari per difenderli e interpretarli) che consente a chi la declina in se stesso e nella storia di avere un punto di vista differente.
Ma differente da chi e da che cosa?
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