Elezioni

Elezioni: ciò che già sapevamo, con un’eccezione

Mettiamo le cose in ordine di rilevanza. Se le opposizioni alla Giunta Solinas si fossero presentate unite al confronto elettorale, avrebbero vinto. Significa solo che devono presentarsi unite alle prossime regionali. Non hanno bisogno di apporti dalla Destra. Hanno bisogno…

Elezioni: comunicato di Nazione Sarda – Giustizia e libertà

Noi abbiamo promosso, insieme ai Progressisti, la riunione delle opposizioni alla Giunta Solinas del 7 luglio 2022 proprio nell’intento di riaprire la discussione, di porre di nuovo il tema della Nazione Sarda e della Questione sarda, che è questione di libertà prima che di ricchezza, al centro della possibilità di recupero di una nuova stagione di dialogo tra le sinistre della Sardegna e il mondo sardista inteso complessivamente,  nelle sue gradazioni e articolazioni democratiche.
Questo dialogo per noi è più prezioso delle elezioni del Parlamento italiano ed è investendo sulla fiducia verso le forze di opposizione (e non sulla loro proposta, che ancora deve essere costruita a partire da una visione globale della Sardegna) che piuttosto che suggerire l’astensione, o peggio, il non andare a votare, consideriamo l’intero ventaglio delle proposte contrapposte alla Destra italiana quello nel quale suggerire un’opzione di voto, con l’intento più di concorrere a costruire la coalizione vincente alle prossime elezioni regionali e di resistere ad avventure costituzionali di esito molto incerto che di promuovere una proposta politica interamente soddisfacente.

Elezioni regionali: iniziamo a parlare

Domani, a Cagliari, nella Sala dell’Edificio Sali Scelti (con aria condizionata e parcheggio) del Parco di Molentargius, si svolgerà il seminario, promosso dai Progressisti e da noi di Nazione Sarda-Giustizia e Libertà, sui temi strategici della politica sarda e delle…

Il primo referendum sulla Nazione sarda

A dicembre sarà possibile votare on line per dire se riteniamo che la Sardegna sia o non sia una Nazione.
L’Italia non può fermare questo referendum promosso dal Partito dei Sardi ma voluto da tutti, ma è chiaro che se esiste anche la Nazione sarda, non esiste solo la nazione italiana come vuole, dogmaticamente, la Costituzione italiana.
Questo referendum sarà per la Sardegna ciò che la marcia del sale è stata per l’India. Alla fine gli inglesi se ne andarono.
Il referendum sulla Nazione sarda è rivoluzionario e noi lo sappiamo e lo vogliamo.
Potranno votare tutti, compresi i sedicenni.

Votiamo tutti. Cabadderis contra barones

La Sardegna sarà, con le Primarias – Primarie Nazionali Sarde, l’unico territorio della Repubblica italiana dove per la prima volta si sperimenterà un voto on line aperto a tutti. Non un voto riservato agli iscritti di questo o quel partito, ma a tutti. Sappiamo bene che questo espone al rischio del voto di persone ostili al progetto che vogliano intossicarne il risultato, ma è anche vero che se qualcuno sollecita altri a partecipare, poi è un po’ difficile richiamarlo per dare il voto elettorale per una coalizione o un candidato diverso da ciò che è uscito dalle primarie. Il voto strettamente controllato è della malavita, non delle relazioni politiche. Le Primarias così organizzate fanno paura…

Vademecum sulle Primarie nazionali della Sardegna – La Sardegna decide

Mettiamoci e mettiamo tutto in discussione.
La riunione di Abbasanta e quella successiva di Bauladu ha avviato il processo delle Primarias – Primarie Nazionali della Sardegna.
Questi grandi eventi di partecipazione o sono profondamente democratici o non sono.
Il Comitato, dopo Bauladu, ha predisposto i documenti preparatori.
Adesso inizia per dieci giorni il débat public su questi testi. Nessuno lo ha mai fatto.

Primarie nazionali, Telecom e Qatar

Entro questa settimana, gli amministratori presenti ad Abbasanta costituiranno il comitato dei garanti delle primarie. Chi volesse candidarsi, ovviamente non ne farà parte. Occorre fissare la data della presentazione delle candidature e le regole del voto. Sarebbe bello fare anche le primarie per le candidature a consigliere regionale, ma non so se sia possibile realizzarlo tecnicamente. Una volta lo facemmo a Macomer ed ebbe un grande risultato. Occorre anche dare tempo a chi non capisce che tempo non ce n’è più. Insomma, bisogna mettere in moto quel sentimento nazionale che è spirato a Abbasanta, partire e avere un ritmo tale da consentire partecipazione in itinere.
Ciò che fa discutere di più è proprio il carattere nazionale delle primarie proposte…

#Primariesarde

Oggi L’Unione fa tutto giusto, e la ringrazio per avermi intervistato, ma sbaglia l’occhiello.
Noi non possiamo unire il centrosinistra e gli indipendentisti.
Siamo umili e sappiamo che per i miracoli non abbiamo ancora studiato a sufficienza.
Noi vogliamo unire i sardi in un’esperienza nazionale. Certo che a noi farebbe molto piacere che alla primarie di fine novembre si candidassero Massimo Zedda o Silvio Lai o Gianfranco Ganau o Renato Soru, insieme a Pier Franco Devias, Gavino Sale, Paolo Mureddu o Anthony Muroni.
Sarebbe bellissimo e molto utile.
Ma ci farebbe piacere che si potesse candidare anche…

Tutti in movimento, dopo di noi

È bastato ribadire la nostra linea congressuale che il mondo politico è entrato in agitazione.
Lo ripetiamo: noi siamo per costruire una vasta coalizione fondata e orientata sugli interessi nazionali dei sardi.
Capiamo che sia difficile capirci perché si è abituati a schierarsi sui confini del dibattito politico italiano, ma noi non rinunciamo a tentare di offrire ai sardi un luogo più avanzato di quelli cui si è stati abituati.
Abbiamo detto più volte che non ci interessano i porti da cui si parte: ci interessa una rotta interamente calibrata sui temi di più libertà, più poteri, più diritti e più ricchezza per la Sardegna.
Noi siamo oltre gli arroccamenti e gli isolamenti, i veti incrociati e tutte le pratiche che impediscono ai sardi di riconoscersi vicendevolmente e di unirsi.
Questa posizione ha aperto un dibattito prima stagnante e ne siamo soddisfatti.

Per capire le elezioni

Se volete capire qualcosa da soli, senza la verbosità inconcludente dei giornalisti italiani, delle elezioni politiche italiane, dovete andare in questo sito. Si clicca sull’immagine della Sardegna e poi si va sulle schermate dedicate a Camera e Senato, selezionando le finestre in basso a sinistra.
Non c’è molto da capire, è tutto chiaro.
Un sardo su tre non è andato a votare. L’affluenza sarda è la quartultima d’Italia.
La Sardegna è scomparsa dalla campagna elettorale.
Nessun problema sardo è iscritto nel programma di alcuna coalizione.

La Rai dei comizietti e l’ignoranza diffusa. La legge elettorale truffa

Come fa informazione in campagna elettorale la televisione di Stato?
Rinunciando all’informazione.
Vedere un telegiornale in questi giorni è disarmante per una persona normalmente attenta e civile.
Si è costretti a sentire i comizietti preconfezionati. I giornalisti fanno una piccola introduzione inutile poi cedono il microfono a un rappresentante di partito, il quale ha studiato una dichiarazione da trenta secondi netti, buttata a memoria e recitata di fronte ai microfoni televisivi.
Tutto qui.
Questa è l’informazione dello Stato italiano.

Il filo rosso che lega i pastori che non vogliono votare e chi si vuole candidare

Sto preparando un’inchiesta sui mancati pagamenti in agricoltura e più in generale sui flussi di denaro verso i nostri imprenditori agricoli, ma oggi voglio evidenziare ciò che lega la protesta civile dei pastori intenzionati a non votare e la protesta di chi ingiustamente non è stato candidato.
Ciò che lega questi due atteggiamenti è non tanto la delusione, ma ciò che la genera: l’accettazione quotidiana di un potere esterno alla Sardegna per poi ribellarsi delusi alle decisioni e agli effetti delle decisioni di quel potere.
Noi del Partito dei Sardi abbiamo spesso polemizzato con le organizzazioni sindacali degli agricoltori e dei pastori sardi, proprio perché costantemente le organizzazioni

Francesco, impedisci lo schifo o finiamola qui

Gli organi di stampa danno notizia dell’annuncio da parte dell’imperatore sanitario Moirano dell’imminente assunzione nella ATS sarda di circa 2000 persone.
Cito testualmente dalle agenzie di stampa: «Questo sara’ l’anno delle stabilizzazioni in sanità, delle assunzioni e della rimozione totale del blocco del turn over. (…) Dopo un anno di duro lavoro possiamo dire che l’Ats non è piu’ la semplice somma delle 8 precedenti Asl», ha aggiunto il direttore generale Fulvio Moirano, «bensì un’azienda unica che proprio in questi giorni ha deliberato la nuova dotazione organica fatta da circa 16mila dipendenti: quasi duemila in più degli attuali dipendenti a tempo indeterminato. Ciò vuol dire che nel corso del 2018 centinaia di precari potranno essere stabilizzati e tanti giovani medici, infermieri, professionisti sanitari e tecnici potranno essere assunti in pianta stabile (complessivamente tra le 600 e le 800 unità)».
Mi rivolgo al Presidente della Giunta.
Non ti sfugge sicuramente il sapore rancido…

Attendiamo carte

Sia detto senza offesa per nessuno, ma oggi dalla lettura dei giornali si capisce per chi tifano i giornalisti ma non si capisce praticamente nulla di ciò che è realmente accaduto ieri nella riunione della Direzione del Pd.
Noi del Partito dei Sardi, che non abbiamo posto diktat a nessuno e non intendiamo né porne né riceverne, abbiamo varato un documento dopo ripetuti contatti voluti dai vertici del Pd. Poiché il momento è di quelli che segnano la storia, chiediamo cortesemente che ci si risponda con un altro scritto, sia che si tratti di un documento che di una mail riassuntiva della posizione condivisa dall’organo del Pd. Nei momenti delicati occorre non fraintendersi e io stesso non posso ripresentarmi al Direttivo Nazionale senza una notifica scritta ed ufficiale della posizione del Pd.

Nessun colloquio con Fassino

Leggo sul giornale di un imminente colloquio tra me e Fassino. Non ne ho alcun sentore.
Parlo spesso con Giuseppe Luigi Cucca, segretario del Pd della Sardegna, perché siamo amici e perché abbiamo la testa sul collo. Ma di Fassino ho squilli di tromba da almeno un mese ma niente di concreto all’orizzonte.
Tuttavia non vorrei che si diffondesse un’immagine sbagliata della nostra posizione politica: il Partito dei Sardi non sta aspettando nessuno. La legge elettorale non è stata fatta per garantire un governo, è stata fatta per garantire la rappresentanza ad alcuni e negarla ad altri. È una legge all’italiana: quando non si può vincere, si trucca la partita. Tra le vittime designate vi è la Nazione Sarda, impossibilitata a rappresentare unitariamente e complessivamente i suoi interessi legittimi.
Noi, per reagire a questo stato di cose, abbiamo proposto una Convergenza nazionale dei sardi sui propri interessi…

Il documento del Partito dei Sardi per il Presidente Pigliaru

Mosso dalla volontà di confermare l’impegno assunto con il mandato elettorale, di contribuire al rilancio dell’esperienza di governo e ancor più di dare risposte ai bisogni e alle aspettative dei sardi, il Partito dei Sardi chiede al Presidente – e con lui alla Giunta e alla coalizione – di assumere un atteggiamento competitivo nei confronti del governo e dello Stato italiano.
Crediamo infatti che la difesa degli interessi economici della Sardegna e l’affermazione dei nostri diritti collettivi democraticamente espressi sia al di sopra di tutto e vada testimoniata con gesti visibili e concreti.
Per questo proponiamo al Presidente quattro azioni da portare avanti nell’immediato: